Giorno 142

Vivere in centro è rientrare a casa di corsa, buttarsi sotto la doccia, insaponarsi dalla testa ai piedi, avvertire un clacson in lontananza.

Vivere in centro è fischiettare sotto la doccia tutta insaponata, strofinarsi il guanto di crine dappertutto, sentire il clacson più vicino ed insistente.

Vivere in centro è convincersi che la tua macchina è parcheggiata da Dio anche perché l’hai incollata al muro e ci passa anche l’Enterprise e tu sei sotto la doccia e il clacson che ora ti sta sturando le orecchie magari è sull’altra strada.

Vivere in centro è realizzare che mentre dovresti risciacquarti tra i fumi del benessere, sei costretto ad uscire di corsa dalla doccia per spostare la macchina anche perché o l’autista si è accasciato sul clacson o è davvero la tua macchina che ostruisce il passaggio e, in entrambi i casi, è opportuno controllare.

Vivere in centro è scendere per strada in accappatoio e ciabatte, la testa insaponata e la consapevolezza che stai andando incontro al vaffanculo roco del camionista che nel frattempo si è acceso la terza sigaretta e appena ti vede ti sgasa un po’ di fumo caldo e denso dalla marmitta laterale mentre cerchi di raggiungere la tua macchina pulendo col culo la fiancata della macchina parcheggiata prima della tua.

Vivere in centro è risalire trafelata e scoprire che la caldaia è andata in blocco perché in centro con le polveri si attappa tutto, pure la tua caldaia nuova di zecca che invece di funzionare si presta a certe giustificazioni perfino credibili, ma manco tanto e comunque tutte da verificare.

Vivere in centro è comunque una ficata pazzesca e non vedo l’ora che torniate tutti e non solo per farvi le tazze e poi venire ad urlare alle 3 di notte sotto le mie finestre che prima o poi ve la tiro una secchiata d’acqua ma perché sta città è bella da morire ma soprattutto da vivere

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