Vivere in centro è svegliarsi la mattina di soprassalto che pensi “IL TERREMOTOOOOOCAZZOCAZZOCAZZO” e realizzare, con uno scoiattolo in gola, che sta solo transitando sotto casa tua una ruspa di 600 tonnellate costruita su Marte con i cingoli pure sul volante guidata con il mignolo da un energumeno in canottiera ed occhiali a specchio.
Vivere in centro è fare colazione con la radio a stecca che tanto nessuno ti sente e cantare a squarciagola “Friday I’m love” facendo finta di essere Robert Smith e smanettare come un’invasata un piatto di plastica nella cieca convinzione che sia un tamburello.
Vivere in centro è girare in mutande per casa alla ricerca disperata della canottiera che tanto nessuno ti vede. Camera da letto, salotto, cucina, bagno mamma, bagno cuccioli, camera cuccioli, corridoio, ingresso. Una trottola disorientata in preda al panico.
Intanto la radio passa I Led Zeppelin e tu ululi fino all’ultima parola “Whole Lotta Love” che Robert Plant manco lo senti quanto ansimi.
“SMETTILA MAMMAAAA!”
Vivere in centro è buttare un occhio alla finestra, scorgere un grappolo di operai imbalsamati e sorridenti affacciati alle impalcature della casa difronte ed accogliere con goffa nonchalance e rassegnata tenerezza la prima figura di merda della giornata.