-Mamma posso non andare a scuola domani?
-Ma è l’ultimo giorno!
-Si, ma andiamo tutti a Collemaggio a farci i gavettoni.
Avrei mai potuto negarglielo? Avrei fatto lo stesso io, alla sua età. Ovviamente i miei avrebbero fatto di tutto per impedirmelo, ma questo è un altro discorso.
I gavettoni a Collemaggio. Una ficata pazzesca. Sì perché poi, io, di nascosto, a Collemaggio ci sono passata stamattina. Ed erano tutti lì, mio figlio compreso. L’ho visto subito, giocava a pallone sul prato, vicino alla strada.
L’ho visto ridere, correre, dimenare le braccia. E con lui centinaia di altri adolescenti. Bellissimi, allegri, spensierati.
E mentre percorrevo il viale di Collemaggio e già vedevo, in lontananza, il prato brulicare di teste e colori, le ragazze ed i ragazzi abbracciarsi lungo la strada, man mano che andavo avanti con la macchina tornavo indietro con gli anni.
L’impatto visivo è stato…è stato wow wow woow woooow!
Ho visto loro, ho rivisto me. Ho rivisto L’Aquila.
Allora ho rallentato un attimo, il tempo di annusare la vita. Poi mi sono nascosta per la strada che porta all’ex ospedale psichiatrico, coperta dagli alberi, il tempo di rubare a quei ragazzi il profumo degli anni 80.
Mio figlio non si è accorto di me, per fortuna. Non me lo avrebbe mai perdonato.
Ma io ho visto lui, su quel prato, circondato da coetanei, ho visto L’Aquila che cresce, le anime e le pietre e ho pensato che sì, ce la stiamo proprio facendo.
PS: la foto, unica a colori del blog, non avendola potuta scattare io per motivi di quiete familiare, mi è stata inviata da Francesca Marchi che ringrazio infinitamente.