-Te so jttu che gl’americanu è nu farabbuttu…co quegli capelli pó
-E perché gli nostri so’ meglio evvè?
-Che te tengo di’, vedemo che combineno ste 5 stelle…
-Ah, sci, tanto sto Governo dura poco
-Dura, dura…
-Se, passame poco sta malta va, comincemo da esso.
E poi il cane che saluta tutti, annusa, si ferma, cammina, si distrae con i rumori. I rumori del sabato mattina che sono quelli di tutti i giorni: i frollini, le gru in movimento, i martelli pneumatici, i camion, i bob cat, gli operai che si urlano parole incomprensibili da un ponteggio all’altro.
Una giungla polverosa e piena di vita, con il suo sottofondo spesso snervante, fatto di suoni invadenti, ripetitivi e monotoni cui ci si abitua ob torto collo solo perché preludono alla rinascita.
Il cane si ferma ad annusare la pietra d’angolo del palazzo che ospita la pasticceria Manieri e si incammina lungo via Sant’Amico.
Scema il rumore dei trapani e parte un organo elettrico, così, senza neanche darmi il tempo di rendermi conto che Romano, il venditore di strumenti musicali, è lì, proprio a due passi.
Oh si, è questo il vero suono della Ricostruzione, non c’è trapano che tenga.
Svaniscono le impalcature, si spogliano i palazzi, il sole si impone sulle nuvole.
Su Piazza Chiarino, Stratta sta rimettendo il gazebo con i tavolini; è tutto un movimento, un procedere, un insistere, un andare avanti, un volerci credere.
È tutta una sorpresa, un godere delle piccole cose, le cose normali, quelle che ci sono mancate di più, quelle per le quali abbiamo pianto a dirotto e per le quali vale pena aspettare tutto questo tempo.
È tutta una meraviglia, non ci sono altre parole.
PS: il video è sfocato, come d’altronde le foto. Non cedo all’obsolescenza programmata del mio telefono anche perché ho un IPad che puntualmente dimentico a casa. Così, ogni volta che si tratta di cogliere l’attimo, lo faccio con il mio telefono sgangherato. D’altronde oggi, era la musica a contare.