E poi ci fu un giorno in cui Dad espresse a Mom il desiderio di restare a casa.
Quel giorno Mom sarebbe andata a fare la spesa da sola. Fuori era giugno e l’aria già molto calda.
Ti accendo il condizionatore in macchina, in tanto che ti prepari.
Grazie Dad, ma non troppo freddo, lo sai che mi fa scoppiare il mal di testa.
Mom si preparò seguendo il consueto rituale: la crema idratante per la parte superiore del corpo, la crema ai mirtilli per la circolazione delle gambe, la crema all’acido ialuronico per il viso, la crema per il contorno occhi e quella per il contorno delle labbra.
Ehi Mom, se ci metti un altro po’, finisci per trovarci i pinguini in macchina.
Arrivo, metti su il caffè.
Mom attraversò il salone tirando giù gli angoli dei tappeti, alzati dalla donna per pulirvi al di sotto; attraversò poi la cucina buttando un occhio su Dad immobile davanti alla macchinetta del caffè e si diresse nella stanza dei servizi adiacente alla cucina, per togliere le ciabatte ed indossare le scarpe.
Come ti senti, Dad?
Beh, se devo dirtela tutta, oggi mi sento proprio come una cacca pestata.
Mi devo preoccupare, Dad?
Non ancora, Mom. Non ancora.
Era un po’ che Dad non si sentiva bene, nonostante le cure. Il suo andamento era come le strade di Lisbona: a volte tutto in salita, a volte tutto in discesa. Stava giusto per ricominciare la salita.
Mom prese la strada per il supermercato attenta a non distrarsi come suo solito. In genere guidava Dad e lei guardava dal finestrino, con la testa un po’ inclinata sulla spalla destra e lo sguardo fisso sulla strada che scorreva.
Si diresse subito al reparto frutta ed iniziò la scelta meticolosa delle pesche noci. Mom poteva impiegarci anche venti minuti per un chilo di frutta. Confondeva la bellezza con la bontà. Poi passò alle verdure, salutò il commesso che la guardava con sorriso divertito e continuò con le sue cernite. Le sorridevano tutti quel mattino e lei non riusciva a capire il motivo di quel buon umore collettivo. Al banco frigo ordinò il prosciutto crudo, il gorgonzola e le mozzarelle e anche lì le commesse le parvero più allegre del solito.
Va bene, pensò Mom, oggi va così.
Poi passò al reparto macelleria e iniziò a scegliere il macinato. Anche il macellaio le sorrise, da lontano. Fu quello il momento in cui Mom scorse Dad riflesso sul vetro di fronte, mentre agitava l’indice della mano destra sulla punta del naso, in cerca di complicità.
Si girò immediatamente e lui la abbracciò. La tenne più stretta che poteva, mentre il mondo intorno si fermava a guardare quell’unico corpo di donna e di uomo insieme.
Poi Dad baciò Mom sulla bocca, ci fu un applauso e Mom si commosse fino alle lacrime.
Sei un matto, Dad.
Dovresti conoscermi, Mom.
I commessi tornarono ai loro posti e Mom e Dad terminarono di fare la spesa insieme, come avevano sempre fatto. Dad caricò le buste sulla macchina e si avviò seguendo Mom in sella alla sua moto.
A casa Dad raccontò che quando lei era salita in macchina tutta sola, lui si era sentito come perso. Così aveva preso la moto e l’aveva seguita di nascosto fin dentro il supermercato, scatenando l’ilarità di tutti i dipendenti.
Le si era messo dietro dal reparto frutta e lei non si era accorta di niente.
Ma come ti è saltato in mente?
Sono entrato, eri di spalle, ho pensato di farti una sorpresa.
Le risate, mio Dio!
Mom racconta questa storia ancora oggi che Dad la segue dall’altro mondo. E ogni volta, simula quell’abbraccio. Si stringe da sola, forte forte; ricorda tutti i dettagli e le trema la voce. Incanta la testa e fissa lo sguardo, come quando usciva in macchina con Dad. Ma i suoi occhi, oggi, muoiono nel piatto.